Al via il censimento delle sale del commiato in Italia. L’Uaar pubblica la prima mappa dei luoghi in cui svolgere funerali civili.

Nonostante sia una previsione normativa, ben pochi comuni garantiscono il diritto di “rendere al defunto le estreme onoranze” in forma laica. Una necessità sempre più diffusa nel nostro Paese, dove atei e agnostici superano i 10 milioni, crescono di generazione in generazione… e muoiono!

Organizzare un funerale non è uno scherzo, soprattutto se nel rispetto delle convinzioni del defunto si chiede uno spazio laico e dignitoso in cui raccogliersi. Per sensibilizzare su un tema che nel nostro Paese tocca sempre più persone, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) lancia la prima mappa delle sale del commiato in Italia e invita a compilare il modulo per ampliare il censimento.

«Quando tocca a persone famose, come per esempio recentemente Piero Angela – dichiara Roberto Grendene, segretario dell’Uaar –, le istituzioni garantiscono spazi per celebrare il funerale in forma laica. Per i comuni mortali le opzioni si riducono quasi sempre ad andare in chiesa o ritrovarsi in un angolo di un cimitero, in qualsiasi condizione meteo. Con la mappa delle sale del commiato in Italia l’Uaar vuole mostrare quanto poco facciano i Comuni per stare vicino ai cittadini colpiti da un lutto e al tempo stesso sensibilizzare in merito alla tematica e coinvolgere la popolazione nella mappatura degli spazi laici, le sale del commiato, dove a persone atee e agnostiche possono essere rese le estreme onoranze in forma laica e areligiosa».

Ciascun essere umano infatti può sentire il bisogno di celebrare la vita di una persona cara defunta con un funerale. In Italia le persone cattoliche non hanno alcun problema di spazi per i loro riti funebri, di chiese ve ne sono in abbondanza e l’edilizia di culto gode pure di ingenti finanziamenti pubblici. La stessa cosa non si può affermare per le persone atee e agnostiche: i Comuni che garantiscono questo diritto attraverso la disposizione di una sala pubblica sono infatti pochissimi. Vero è che agenzie di pompe funebri o privati stanno moltiplicando le loro sale del commiato, a cui si può accedere ovviamente se e solo se la famiglia del defunto si rivolge alla loro ditta o organizzazione per il servizio di onoranze. Ci troviamo in una situazione in cui, come più volte accade, è il privato che va incontro alle esigenze di mercato laddove il pubblico nega un diritto. Oppure lo ignora. Nel processo di costruzione della mappatura di partenza, gli attivisti Uaar che si sono rivolti agli uffici comunali chiedendo della presenza di una sala del commiato laica sul territorio hanno assistito a reazioni di stupore per la richiesta e per la scoperta della previsione normativa a carico dell’ente pubblico. Atei e agnostici hanno il diritto di essere liberi dalla religione anche nel momento celebrativo della loro vita una volta morti, perché le persone che ne piangono la scomparsa possano ricordare senza ipocrisie chi sono stati davvero.

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Comunicato stampa

Mappa delle sale del commiato in Italia